Nel corso del tempo i tutorial e il Manuale hanno suscitato numerose domande che mi sono state rivolte nei commenti, per mail o di persona. Raccolgo qui una scelta insieme alle mie risposte (ho semplificato i testi tralasciando saluti e questioni secondarie) con l'augurio che possano essere d'aiuto a chi sta lavorando a un elaborato accademico.
Le scrivo perché le vorrei chiedere qualcosa a proposito dell’argomento della tesi. Se io ho già individuato l'oggetto della mia tesi, c'è un modo per verificare che una tesi simile (se non addirittura identica) non sia già stata svolta? Mi spiego meglio: non intendo riferirmi al fenomeno del plagio, ma alla possibilità che si possa svolgere una tesi su un argomento già oggetto di un'altra tesi svolta nel passato. C'è un modo per controllare l'originalità della propria tesi, sotto questo aspetto? Alberto
Caro Alberto, un database delle tesi che consenta di verificare quali argomenti sono stati oggetto di ricerca sarebbe senz'altro utile ma, a mia conoscenza, non esiste (se non limitatamente ai dati delle singole segreterie). Credo, però, che non se ne debba preoccupare. Non è forse possibile trovare un argomento che non sia mai stato trattato in una qualche ricerca. Quel che fa la differenza è il taglio, la bibliografia, la disposizione del materiale e lo stile di scrittura.
Nel suo caso, le consiglierei di lavorare a quel che davvero la interessa, cercando il suo "punto di accensione". Trovato questo, quel che ne nascerà sarà originale perché autenticamente "suo".
Sto leggendo le mie fonti e mi avvicino alla stesura dell'elaborato, ma ho un grosso problema: non riesco ad organizzare ciò che leggo. Posso chiederle qualche consiglio? Ho provato di tutto: Onenote, quaderni, fogli word cui in copio interi passaggi, ma ho ancora una grande confusione, quindi so per certo che sto sbagliando qualcosa altrimenti dovrei - credo - avere le idee più chiare. Tania
Cara Tania, quel che mi chiede è molto interessante e potrebbe essere oggetto di un tutorial: la schedatura del materiale. I suggerimenti pratici che le posso dare sono i seguenti. Innanzitutto tenga sempre presente il tema e il taglio scelti, così come l'indice. Tutto quello che scheda, deve essere funzionale al suo lavoro.
Per la schedatura vera e propria può procedere così:
suddivida il materiale nel modo più analitico possibile, ovvero cerchi sempre singole idee guida che facciano da contrassegno a singoli passi. Questo materiale lo può raccogliere in più file Word. In questo modo si creerà un repertorio da usare per la stesura.
In altre parole "smonti" il materiale per poi rimontarlo in base al suo percorso.
Dopo aver fatto un lungo lavoro, è proprio l'elaborazione della conclusione che mi sta bloccando.
Le suggerisco di vedere le Conclusioni come uno sguardo retrospettivo sul lavoro fatto. Non occorre dire niente di nuovo. Se crede, può dare un taglio più personale. Ma non mi preoccuperei troppo. Nella mia esperienza non si tratta della sezione più importante di una Tesi. La consideri come il dessert: anche se lascia il gusto finale, non è il metro per giudicare un pranzo.
Che registro adottare per la scrittura? Terza persona singolare (Si affronterà…) o prima persona plurale (Affronteremo…) per coinvolgere anche il lettore? Francesco
Caro Francesco, di solito la prima persona si riserva alle Conclusioni che possono avere un taglio più personale. Per il resto del lavoro può usare sia la forma impersonale sia la prima persona plurale (“Sosteniamo che”; “Si sostiene che”). Nel Manuale di Metodologia generale trova queste indicazioni alla p. 250.
Nell'introduzione posso specificare i miei motivi personali per cui ho scelto l'argomento? per esempio spiegare ciò che ha stuzzicato il mio interesse, oppure è meglio limitarsi a una spiegazione tipo quella che suggerisce lei del "è di grande attualità". Irene
Cara Irene, nell'Introduzione può senz'altro spiegare quali motivi personali l'hanno spinta nella scelta dell'argomento, o anche quale occasione ha fatto nascere il suo interesse. Chiaramente non sceglierei un tono troppo confidenziale, ma pur sempre "accademico".
Ho una domanda molto importante che Le volevo fare: nella tesi si possono usare domande del tipo 'dunque, che cos'è la metafora?" per poi spiegare di cosa si tratta?
Certo! Può essere un modo efficace per ottenere uno stile più espressivo: Cosa si intende, dunque, con "metafora"? La risposta non è semplice. Secondo Bice Mortara Garavelli, infatti, si tratta di una questione... Ovviamente, come in tutte le cose, non abuserei di questa possibilità.
Le volevo domandare: se era possibile per Lei, fare un video dove spiegare come si inserisce una classica citazione subito sotto il nome del capitolo? Ha presente quelle citazioni in carattere più piccolo e in corsivo, appena sotto la dicitura del capitolo che si trovano spesso a destra con (penso) "allineamento a destra"? Purtroppo non posso mandarle qui un'immagine da esempio, ma penso abbia capito. Possibile spiegarcelo? Perché vorrei fortemente inserirne alcuni nella mia tesi per renderlo con un tono più professionale. Bruno
Caro Bruno, la sua è un'ottima idea. Preparerò senz'altro un tutorial che può essere utile a molti tesisti.
In questi giorni cominciando la stesura della tesi mi sono accorto di un'altra mia piccola "mancanza di sapere", ossia: rimanendo sempre nella stessa "cartella di lavoro" quindi le citazioni, mi domandavo come si inseriscono invece le citazioni all'interno del corpo della tesi, ossia quelle più lunghe di due tre righe, quelle inserite al centro del testo. Insomma capire bene i procedimenti quindi layout, margini , se centrato o meno, numero del carattere, se con l'aiuto del righello o meno. Bruno
Caro Bruno, quello che chiede viene chiamato "infratesto".
Allego un estratto dal mio manuale nel quale spiego come ottenerlo.
Diversi anni fa avevo dedicato un tutorial al tema (i sistemi di registrazione erano rudimentali).
Le segnalo che nel Modello Tesi Word c'è uno stile dedicato proprio alle citazioni lunghe.
Quando inserisco "troppe" note in una stessa pagina la nota finisce a piè pagina di quella successiva però il riferimento è nella pagina antecedente. Come posso fare? Mattia
Caro Mattia, in effetti può accadere che una nota possa proseguire nella pagina successiva. Questo succede quando le note sono molte o molto corpose. Non è però un problema. Se ci fa caso, nelle pubblicazioni accademiche accade lo stesso. Quel che non va bene è che il riferimento della nota (il numero della nota) si trovi nella pagina successiva. Questo però non è il suo caso.
Nella mia tesi vorrei aggiungere una sezione bibliografica dedicata a un singolo autore, in questo caso dovrei ripetere ogni volta il nome? Asia
Cara Asia, entrambe le soluzioni sono corrette e praticate: quando una sezione bibliografica è dedicata a un certo autore (Opere di....) si può ripetere il nome in ogni notizia bibliografica oppure lo si può dare per ovvio e quindi iniziare con il titolo. Personalmente preferisco questa seconda opzione (usando il cosiddetto "rasoio di Occam").
Scrivendo le note durante la stesura della tesi posso comunque tramite il tasto word "bibliografia" inserire man mano i dati e compilarla contemporaneamente? il contenuto è uguale a parte la disposizione di nome e cognome o sbaglio? Luca
Caro Luca, per gestire la bibliografia ci sono diverse soluzioni. La scelta più pratica consiste nel costruire il capitolo bibliografico mentre si cita, in altri termini, quando cita un testo, ne riporta i dati bibliografici sia in nota, sia, con il copia-incolla, nella bibliografia. In questo modo il capitolo bibliografico cresce quasi da solo. La differenza che ha indicato è corretta: Nome Cognome in nota, Cognome Nome nella bibliografia finale.
Ricordi che è buona norma indicare l'estensione di pagine negli articoli di rivista scientifica.
Ho un PROBLEMA: ho veramente poca fantasia per quanto riguarda la scrittura. In più, quando consulto le varie fonti, mi trovo in difficoltà ad elaborarle o meglio non so che distanza mantenere da quelle fonti per evitare appunto il plagio.
La mia paura è appunto quella di scrivere una tesi strutturata da me ma che abbia un mix di molte fonti diverse oppure idee/osservazioni di altri autori. Sebastian
Caro Sebastian, capisco le sue difficoltà, non mi è però facile risponderle nel breve spazio di una mail.
Le darei tre consigli:
1. Scriva subito l'introduzione. La scriva come se il testo ci fosse già. Vedrà che c'è un mio tutorial che da alcuni suggerimenti. Scrivere subito l'introduzione aiuta moltissimo perché aiuta a capire quanto siano chiare o oscure le proprie idee. Non si preoccupi se non tutto fila liscio. L'introduzione andrà rivista e alla fine dovrà corrispondere esattamente al testo scritto. Ma prima di tutto la scriva.
2. Si abitui a un ritmo di scrittura costante. Eviti gli eccessi: scrivo per tre giorni di seguito e poi interrompo per una settimana. Molto meglio una regolarità elastica. Vedrà che più si scrive, più si impara a scrivere.
3. Usi la mappa del documento (troverà un tutorial sullo strumento più potente di Word). Questa aiuta enormemente nella stesura.
Per quel che riguarda le fonti, la cosa importante è seguire il proprio schema e disporre le fonti secondo questo percorso. Parta dai testi di riferimento (pochi), da alcune linee guida. Il resto è approfondimento.
Ho un altro dubbio dopo di che smetterò di disturbarla:
- ho trovato delle fonti, ma non saprei quanta “ispirazione” prendere da queste fonti per evitare appunto di fare plagio. Siccome quando viene spiegato ad esempio che cosa sia una SRL o SPA, vengono utilizzati molti termini tecnici, ciò mi porta quasi a fare un copia e incolla, cosa che ovviamente vorrei evitare. Però è anche molto difficile essere “originali” quando si tratta di esporre argomenti del genere. Sebastian
Caro Sebastian, non si preoccupi, non mi disturba.
Potrei suggerirle questo. Prenda una porzione di testo da una fonte di una decina di righe. La suddivida in unità più piccole (3-4). A questo punto può:
1. anticipare il contenuto di una singola parte e poi riportarla fedelmente
2. riassumerla dopo averla riportata
3. fare la parafrasi di una parte senza riportarla
4. alternare parafrasi e riassunto
5. trovare il modo di inserire tra le varie parti qualche altra fonte secondaria che spezzi la monotonia di citare sempre la stessa fonte.
Il plagio è evitato nel momento in cui nella nota indica la sua fonte.
Buongiorno Professore, le chiedo se è possibile intitolare un capitolo "Bibliografia e Sitografia" e citare di seguito siti e articoli scientifici senza distinguerli in due categorie. Francesca
Cara Francesca, le soluzioni possibili sono diverse e molto dipende dal materiale bibliografico usato. Di solito per "Sitografia" si intendono i siti/portali che sono stati utilizzati nel lavoro. Ad es., se la mia Tesi è sulla comunicazione digitale, nella Sitografia indicherei i siti tematici dedicati proprio a questo argomento (come il sito Parole O_Stili). Per gli articoli/saggi presi da Internet non farei distinzione rispetto a quelli cartacei: raccoglierei tutto insieme in ordine alfabetico per autore. Come però si diceva, la gestione e suddivisione del capitolo bibliografico dipende dal tipo di bibliografia usata.
Ho una domanda, al livello di discussione, cambia qualcosa se non può essere presente il relatore che ha seguito la tesi?
Salve! Chiaramente sarebbe meglio che ci fosse il relatore per mettere in buona luce il lavoro. Altrimenti questo compito spetta solo a lei.
Non ho ben capito la differenza tra tesista, relatore e controrelatore e mi chiedo, inoltre, cosa cambi, nei loro ruoli, tra la discussione della Triennale e quella della Magistrale.
In sintesi direi che si tratta di tre punti di vista. Il primo è il suo, quello del tesista, che, per primo, presenta il proprio lavoro secondo una scaletta simile a quella che propongo nel video. Il secondo punto di vista è quello del relatore (detto anche moderatore) che, da docente che ha guidato la tesi, evidenzia i pregi della sua ricerca. Il terzo è quello del controrelatore (detto anche revisore) che, come si dice, si dispone ex parte diaboli, ovvero rimarca i possibili limiti. Il tutto ha radici molto lontane nella dialettica greca e nelle quaestiones medievali.
Riguardo ai diversi gradi, direi che sostanzialmente i tre ruoli restano gli stessi. Quel che può cambiare è il modo con il quale vengono "interpretati" nelle singole Facoltà e Istituti. La vera differenza, poi, la fa il tempo. Se i tre hanno a disposizione 4-5 minuti a testa, come accade spesso nella Triennale, si può soltanto enunciare qualche questione generale. Se invece hanno 15-20 minuti a testa, diventa possibile entrare nel merito dei singoli aspetti.
Vorrei chiederLe, nel caso di una presentazione in cui si ha a disposizione solo 10 minuti, senza il tempo di alcuna discussione, con una tesi abbastanza lunga con argomenti complessi e per una persona come me piuttosto ansiosa e prolissa, come fare a sintetizzare tutto in poco tempo, a un mese dalla seduta?
Per la prolissità, mi concentrerei sull'essenziale. Non deve credere che dire molte cose sia più efficace rispetto al dirne meno ma ben selezionate. Provi a dare uno sguardo a questo tutorial nel quale cerco di mostrare la differenza tra discussione ed esame: https://youtu.be/wY1kCHr2jOc. Potrebbe anche aiutarla per ridimensionare l'ansia.
Vorrei chiederle: è necessario presentare la tesi su file PowerPoint durante la discussione o se ne può fare a meno? Francesca
Cara Francesca, userei PowerPoint quando è davvero necessario, altrimenti la "sola" parola è senz'altro più che sufficiente. Se non ci sono precisi motivi, non complicherei le cose.